Tesko

nov 102014
 
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Alcune fotografie al temporale alluvionale che ha imperversato sul golfo del Tigullio durante la serata/nottata su lunedì 10 novembre. In una delle frequenti situazioni di blocco che hanno caratterizzato l’autunno 2014, la Liguria si è trovata ancora una volta a fare i conti con la formazione di intensi temporali autorigeneranti che in questo caso hanno colpito la riviera levantina. La configurazione sinottica come sempre è stata caratterizzata dalla presenza di una zona anticiclonica posta sull’Europa orientale, direttamente alimentata da aria molto calda di origine nord-africana, responsabile di valori termici al di sopra della norma. A fare da controaltare, un’area di bassa pressione posta col proprio perno sul Regno Unito, dal braccio di ferro tra queste due grandi figure bariche ha preso vita un intenso richiamo umido di natura sciroccale che ha investito in pieno la Liguria, generando violente manifestazioni temporalesche.

Il temporale nelle fotografie ha avuto diverse fasi di rigenerazione, prendendo vita nel pomeriggio/sera di lunedì 10, ha persistito nella medesima area tra Rapallo e Sestri Levante sino alla mattinata successiva, martedì 11 novembre. Inizialmente la nube temporalesca si è presentata abbastanza definita ed isolata rispetto al contesto fortemente nuvoloso che ha caratterizzato questa dinamica perturbata, durante le ore notturne diverse altre tipologie nuvolose hanno interessato la nostra regione, rendendo la situazione atmosferica assai meno chiara.

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ott 112014
 
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Situazione sinottica generale.

Durante queste tre giornate lo ZenaStormChaser si ritroverà a cacciare alcuni intensi temporali dalle caratteristiche autorigeneranti che purtroppo colpiranno in pieno anche Genova, portando a conseguenze estremamente gravi.  A livello circolatorio l’Europa era interessata da una estesa figura di bassa pressione centrata col proprio perno sul Regno Unito. “Carburante” di una fenomenologia così intensa e vigorosa,  l’interazione tra la depressione sopraccitata ed una risalita d’aria molto calda di origine nord-africana. Durante il mese di settembre infatti, l’anomalo accumulo di calore trattenuto alle basse latitudini dalla furente attività ciclonica atlantica estiva, è stata improvvisamente liberata, espandendosi quasi per inerzia verso le medie latitudini e quindi anche il bacino del Mediterraneo.

Fase prefrontale.

L’aria calda affluita sul Mediterraneo centro-occidentale è andata a costituire una pericolosa azione di blocco nei confronti della saccatura. Uno strappo alla corrente a getto impedirà a questa depressione di avanzare in modo netto verso l’Italia, condannando la regione Liguria ad una eterna fase atmosferica “prefrontale”. Questa condizione notoriamente più di altre è in grado di agevolare fenomenologia estremamente intensa e vigorosa.

Ventilazione meridionale a DEBOLE GRADIENTE.

Durante l’intero ciclo perturbato, la depressione inglese ha recitato un ruolo del tutto marginale, mentre paradossalmente è stata proprio la presenza di una massa d’aria molto calda ed umida africana a porre le basi per il disastro. Già nella giornata di mercoledì 8 ottobre è andata innescandosi una “sinottica meridionale a debole gradiente”.

Venti di Scirocco deboli quindi, in grado di creare convergenze (cioè punti di incontro/scontro tra masse d’aria differenti) con maggior facilità rispetto a delle situazioni caratterizzate da ventilazione più tesa. La componente meridionale della ventilazione è risultata debole soprattutto negli strati prossimi al suolo, mentre alle quote superiori quest’ultima è risultata più tesa, agevolando la formazione di temporali ad asse obliquo, dotati quindi di una separazione netta tra downdraft e updraft ed in grado di autorigenerarsi continuamente.

Energia disponibile alla convezione.

L’elemento chiave per spiegare tanta intensità dei fenomeni, trova spiegazione anche e soprattutto nell’enorme quantità di energia disponibile alla convezione, trascinata verso il mar Ligure dalla ventilazione sciroccale. L’indice CAPE, cioè il valore che più di altri esprime la quantità di moto che è possibile imprimere all’updraft nella sua risalita, in questa sede ha raggiunto e probabilmente superato i 3000 J/Kg. Quest’ultimo è un valore estremamente alto per la penisola italiana, abbiamo a che fare con un valore del tutto paragonabile a quelli osservabili nel midwest americano durante le stagioni di caccia primaverili. I temporali generati saranno quindi caratterizzati da moti convettivi estremamente potenti, corrispondenti ad updraft (vento convettivo e torri temporalesche) estremamente ben sviluppate e rapide nella loro evoluzione.

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Alluvione genovese la sera di giovedì 9 ottobre: abbiamo deciso di pubblicare l’analisi sulle altezze di geopotenziale alla quota di 500hpa, il valore di CAPE in risalita dal mar Ligure, le vorticità alla quota di 700hpa, l’avvezione caldo-umida alla quota di 500hpa come prevista da un modello a scala locale.
Fonte: wetterzentrale.de – LAMMA Toscana.

Sistemi autorigeneranti e alluvioni.

Per spiegare l’origine degli episodi alluvionali, bisogna tirare in ballo l’enorme quantità di CAPE e la presenza di una convergenza semistazionaria nel territorio compreso tra il golfo del Tigullio ed il quartiere di Voltri (GE). Nella convergenza sono stati messi in gioco venti deboli di Tramontana valliva contrapposti allo Scirocco. Ed è stata proprio l’aria umida ed assai tiepida convogliata dai venti sciroccali che incontrando l’ostacolo imposto dalla Tramontana, sono stati obbligati a risalire prepotentemente verso l’alto, dando vita alle nubi temporalesche.

La tempistica e la localizzazione delle precipitazioni che hanno colpito Genova, sono fondamentali nello spiegare le ragioni dell’alluvione sul capoluogo: il temporale autorigenerante responsabile del disastro ha colpito dapprima i soli settori di alta Valbisagno nell’orario compreso tra le 20.30 e le 22.00 L’aggancio successivo del temporale al mare ha dato la mazzata finale ad una situazione idrogeologica già critica a monte. L’accumulo totale di pioggia ammonta a 200-250 mm caduti in un paio d’ore su Genova città, oltre 350 mm di pioggia caduti sull’alta val Bisagno nell’arco di 4 ore.

Non è tutto; durante la mattinata la medesima convergenza basculante continuamente a cavallo tra la riviera levantina ed il capoluogo, ha provocato un ulteriore violenta manifestazione temporalesca che ha colpito la parte orientale di Genova, determinando anche in questo caso accumuli superiori ai 100mm nel giro di poco tempo. Proprio questo primo temporale ha contribuito ad innalzare il livello del Bisagno sino alla raggiunta di ambo gli argini. L’esondazione serale è stata quindi agevolata da una situazione di partenza in cui il torrente Bisagno doveva ancora smaltire una certa quantità d’acqua.

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Immagini del Radar Arpal che mostrano il temporale autorigenerante in azione a cavallo tra il golfo del Tigullio e la città di Genova. Nella sequenza vengono mostrati alcuni dei momenti più intensi raggiunti dal temporale, rispettivamente negli orari 09.30UTC – 10.30UTC – 21.30UTC (momento dell’alluvione genovese). Infine l’ultima immagine in basso a destra si riferisce al temporale nella mattinata venerdì 10 ottobre, ancora presente poco ad est del capoluogo. Fonte: Radar Arpal.

Giovedì 9 ottobre.

Durante il primo pomeriggio di giovedì 9 novembre, lo ZenaStormChaser si ritroverà a seguire le mosse del pericoloso temporale autorigenerante in azione sul golfo del Tigullio. Avremo modo di fotografare una fantastica ed estremamente turbolenta wale’s mouth sul margine avanzante del temporale in lento trasferimento verso Chiavari/Sestri Levante. Nel tardo pomeriggio il temporale perderà potenza almeno temporaneamente, ma la linea di convergenza resterà ben definita sul golfo del Tigullio. Una nuova pulsazione dello Scirocco spingerà la convergenza verso il capoluogo ligure, laddove dalla serata prenderà il via un nuovo, ancor più potente temporale marittimo autorigenerante responsabile della drammatica esondazione di Bisagno e Ferregiano con alluvione del centro città genovese.

Temporale autorigenerante sul golfo del Tigullio durante le ore pomeridiane.

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Poco prima dell’alluvione genovese, la convergenza Scirocco – Tramontana vista da Sestri Levante.

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Venerdì 10 ottobre.

Ci ritroviamo nella serata di venerdì 11 ottobre per fotografare e monitorare un nuovo, potentissimo temporale autorigenerante che partendo dal quartiere di Voltri (estrema periferia ovest genovese) percorrerà tutta la costa sino al golfo del Tigullio, attraversando fasi mozzafiato. Intercetteremo il temporale nelle prime fasi di vita, quando ancora era confinato come autorigenerante orografico sulla valle Stura, provocandone di li a poco l’esondazione del torrente omonimo.

I nostri stop di osservazione in ordine cronologico:

Genova Foce, momento in cui il temporale aggancerà in modo definitivo il mar Ligure, presentando un’ampia shelf cloud sul bordo avanzante, separata in modo netto dalle precipitazioni.

Genova Quarto, riprendiamo il temporale in lenta ma inesorabile avanzata verso la riviera levantina e la parte est cittadina.

San Rocco di Camogli, punto estremamente panoramico della riviera ligure in cui potremo ammirare la maestosa struttura del temporale in graduale avvicinamento al nostro punto di osservazione.

Altre spettacolari fotografie riprese dalla zona di Chiavari, col temporale marittimo ancora molto intenso che ha presentato incudine ed updraft illuminati da fulmini, contornate dalla luce surreale della luna.

Da Genova Quinto, ormai sul ritorno verso casa dopo oltre 10 ore di inseguimento forsennato, fotrografiamo il temporale dalla posizione retrostante, in graduale allontanamento verso levante, con i fulmini (alcuni anche positivi) che squarceranno l’updraft circondato dal cielo sereno.

Il Temporale di venerdì 10 ottobre visto da Genova.

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Nella notte tra venerdì 10 e sabato 11, il temporale ripreso da San Rocco di Camogli.

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Verso le quattro della mattina, il nucleo si rigenera sul golfo del Tigullio.

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Attorno alle sei del mattino, cumulonembo in continua rigenerazione, visto da Genova Quinto poco prima dell’alba.

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set 152014
 
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Un temporale del tutto inaspettato ha coinvolto la città di Genova durante la prima parte della sera. A dispetto di molte altre occasioni, le precipitazioni sono state assai circostritte e non hanno presentato particolare intensità. Ne è derivata una situazione di visibilità particolarmente buona attorno a tutto il cumulonembo. Lo sviluppo dell’updraft è stato caratterizzato dalla totale assenza di ventilazione sia al suolo che alle quote superiori, abbiamo quindi avuto a che fare con un temporale ad asse verticale, il cui ciclo vitale è stato quindi limitato, nonostante ci siano stati alcuni tentativi di regenerazione prevalentemente dovuti alla fuoriuscita di venti freschi di outflow verso l’esterno. Le fulminazioni sono state estremamente frequenti ed intense, ricche di ramificazioni e particolarmente spettacolari. La durata del fenomeno ha superato di poco i 60 minuti, per poi spegnersi con la stessa rapidità con cui era iniziato.

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set 112014
 
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Il mese di settembre 2014 ha visto come principali protagoniste, le correnti mediamente nord-occidentali di estrazione oceanica. Queste correnti hanno determinato le prime intense parentesi temporalesche sulle regioni meridionali, regalando dei piacevoli intermezzi di tempo secco e gradevole sulle regioni del nord. Laddove la mensilità di ottobre e novembre avrebbe poi presentato caratteristiche totalmente differenti, proponendo un regime prevalentemente meridionale dei venti, associato a frequenti situazioni di blocco e conseguenze alluvionali, sulla Liguria questa mensilità di settembre si è dimostrata al contrario piuttosto secca e carente di temporali.

In questo episodio sarà proprio il flusso nord-occidentale dei venti in quota ad allontanare la fenomenologia dalla nostra regione, impedendo la creazione dello stau e limitando quindi gli accumuli di pioggia con poche decine di millimetri soltanto nelle zone più colpite. In compenso lo spettacolo sarà assicurato, soprattutto quando durante il cuore della notte, l’allontamento della cella temporalesca verso il mare darà vita ad uno spettacolo di fulminazioni marittime con l’updraft del temporale perfettamente visibile e chiaro.

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ago 312014
 

Un debole impulso instabile proveniente dai quadranti settentrionali, determina l’esplosione di alcune celle temporalesche a cavallo tra Piemonte e Lombardia. I temporali sono stati provocati dal contrasto diretto tra il calore ancora presente sui bassi strati atmosferici della Valpadana ed il flusso d’aria nettamente più fresca alle quote superiori che scavalcava le Alpi dalla tarda serata. I temporali avranno quindi una genesi prevalentemente notturna. Il cielo a tratti risulterà sgombero da nubi, permettendoci la visuale degli updraft illuminati internamente dalle fulminazioni.

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ago 232014
 
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Sciame spettacolare di trombe marine fotografate durante la mattinata di sabato 23 agosto. Le trombe marine nasceranno dall’incontro/scontro tra un’attiva linea di convergenza che ha messo in gioco ventilazione sciroccale, contrapposta al Libeccio più fresco in arrivo dalla riviera di ponente. Il punto di incontro tra questi due venti è avvenuto nei pressi di Vesima (GE), lo “spin” alla creazione dei vortici è stato presumibilmente fornito dall’elevata intensità dello Scirocco che ha soffiato molto deciso poco prima dell’evento.

La convergenza darà vita ad una linea molto definita di nubi temporalesche recanti intense precipitazioni sia sul mare che sui quartieri orientali di Genova. A livello sinottico le regioni settentrionali italiane venivano attraversate proprio in quel momento da un attivo ramo della corrente a getto, lungo il lato ascendente di una saccatura. Per quanto riguarda gli eventi vorticosi, i primi tentativi sono andati poco oltre le semplici funnel clouds, anche se per alcune di queste era evidente il contatto col mare attraverso il sollevamento di acqua nebulizzata dalla superficie, nonostante mancasse la completa condensazione del cono. Una coppia di intense trombe marine, “in coda” alla linea temporalesca, sferzavano in mare aperto, molto a largo dalla costa e quindi osservabili difficoltosamente.

L’apice dell’episodio instabile è stato raggiunto dalla spettacolare tromba marina che abbiamo osservato attorno metà mattinata. Il vortice completamente condensato sino al livello del mare, in un punto assai vicino alla costa, ha raggiunto il proprio apice di intensità tra Voltri e Vesima, sospinto in poco tempo verso la spiaggia, dissolvendosi all’istante una volta raggiunta la terraferma.

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Nascita, vita e morte di una tromba marina.

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