
Il giorno 13 luglio 2011 verrà ricordato a lungo nelle località poste sulla fascia montana e pedemontana della Lombardia! Alcuni temporali di eccezionale intensità si sono abbattuti su lecchese, Brianza, alta bergamasca e bresciano, provocando diverse grandinate, raffiche di vento ed abbondanti precipitazioni. Diversi danni a infrastrutture e coltivazioni!
Il fortissimo getto presente alle quote superiori, ha impedito ai temporali di interessare direttamente le aree di pianura. I fenomeni più intensi e vistosi si sono perciò verificati a ridosso dell’arco alpino, sull’alta Brianza, il lecchese e nelle aree limitrofe.
Nelle zone di aperta pianura i fenomeni sono risultati praticamente assenti per gran parte della giornata. Questo è stato provocato oltre che dal fortissimo getto a 500 hPa e 700 hPa da sud, anche dallo scarso apporto di aria fredda a media quota, appena sufficiente per consentire ai temporali di formarsi nella pedemontana.
Essi sono stati provocati dall’addossamento all’arco alpino occidentale, di una saccatura con asse sul territorio francese. Impattando contro un anticiclone ben radicato da diversi giorni sull’Europa orientale, la saccatura di origine atlantica si attenuava mano a mano che procedeva la sua marcia verso Est.
Una volta giunta in prossimità dell’Italia, il grosso dell’aria fredda a 500 hPa è velocemente scivolato a Nord dell’arco alpino, lambendo appena il Nord Italia. Sul settentrione pertanto, i temporali non sono stati provocati dall’ingresso di un vero e proprio fronte freddo, bensì dall’intrusione di aria più secca e solo leggermente più fresca rispetto a quella preesistente.
Al livello del suolo alcuni temporali che nel primo pomeriggio erano sull’angolo piemontese Nord-Occidentale, con i loro Outflows freschi e secchi hanno creato una convergenza che ha permesso ai Cumulonembi di esplodere poco a Nord di Milano nel tardo pomeriggio.
Il potenziale energetico era estremamente potente. Nel pomeriggio i Dew Point in diverse località di Piemonte e Lombardia raggiungono il valore di +26°C! Questo spinse diversi cacciatori a tentare un’uscita nonostante dalle carte fosse evidente il getto troppo forte presente per quel giorno, unito alla mancanza di un vero e proprio fronte freddo che sfondasse sulla val Padana.

La giornata del 14 luglio 2001 è stata caratterizzata dalla presenza di un fronte freddo sul territorio francese in fase di graduale frontolisi all’ingresso sul settentrione italiano. L’elevata risposta di aria calda in sede balcanica attiva un forte getto alle quote superiori ha innescato la sera del 13 luglio la formazione di alcune intense supercelle nella fascia pedemontana lombarda.

Carta del tempo del modello ad area locale MOLOCH che mostra la spiccata convergenza presente la sera del 13 luglio sull’alta Lombardia. Aria secca e più secca e fresca che dal territorio piemontese ha fatto breccia dentro l’aria surriscaldata presente sul milanese, bergamasca bresciano innescando potente convezione.

La presenza della saccatura innesca temporali intensi già dalla mattinata sulla Francia al confine con l’Italia.

Formazione e sviluppo della supercella sull’alto milanese/bergamasca nel pomeriggio-sera del 13 luglio 2011.
Resoconto di caccia:
La giornata di caccia ha inizio molto presto. Io ed altri ragazzi del Piemonte ci incontriamo per caso in un’area di servizio vicino Santhià. Nel primo pomeriggio la situazione ancora è molto incerta e le speranze dei cacciatori è che qualche temporale possa ben presto scendere dai comparti alpini per giungere sino in pianura. Al suolo l’aria è particolarmente umida e soffia un vento da Sud-Est piuttosto teso che fa ben sperare al proseguo del pomeriggio.
Nel giro di poco tempo i temporali arroccati alle Alpi Occidentali tentano una sortita nella val Padana. Usciamo dall’autostrada e giunti alla statale per Crescentino, ci fermiamo ad osservare i temporali che dall’alto Piemonte tentano di invadere la pianura. Ben presto le aspettative di molti, vengono disilluse. Il temporale scendendo in pianura prova ad organizzare una shelf, ma si presenta poco convinto.
Nel giro di poche decine di minuti tutta struttura decade velocemente. Nell’area vercellese e novarese irrompe bruscamente un freddo ed umido vento Nord-Occidentale che abbassa la temperatura di parecchi gradi.
Dopo un rapido consulto con Valentina Abinanti, la quale mi informò che una linea netta di cumuli cresceva davanti all’Outflow Boundary, decido di muovermi velocemente verso Est. Da Crescentino, (provincia di Vercelli) mi sposto velocemente verso Casale Monferrato per prendere l’autostrada. Una linea netta di cumuli cresceva davanti a me espandendosi verso l’alto.
Purtroppo nelle zone di Casale-Vercelli il secondo tentativo di convezione non va a buon fine. Il limite netto della “Outflow Boundary” ben presto viene meno ed i cumuli tendono a stirarsi a causa del forte getto presente in quota, ancor prima di diventare temporali.
Decido quindi di prendermela con una relativa calma in più. Raggiungo Casale Monferrato Nord, imbocco l’autostrada direzione Nord, uscendo a Vercelli Est.
All’uscita mi ritrovo nuovamente con i compagni di caccia Valentina Abinanti, Mauro Greco, Niccolò Ubalducci ed altri. C’è un momento di sconforto generale, ormai si pensa che la giornata sia perduta. In effetti era difficile pensarla in altro modo, ormai erano quasi le sei del pomeriggio ed ancora non era scoppiato nessun temporale degno di nota.
Deciso a non mollare, invece che fare subito ritorno a casa, resto a sostare qualche decina di minuti in più, all’uscita di Vercelli Est. Il confine con l’aria fresca e secca che stava facendo ingresso in quel momento sia al suolo che in quota a partire dal Piemonte, iniziò a dare i suoi frutti.
Le cartine dei Dew Point e della temperatura evidenziavano un marcato “stacco” tra l’aria fresca e secca che in quel momento occupava vercellese e novarese, con l’aria ben più calda e umida confinata da Milano verso Est.
Un addensamento cumuliforme inizialmente isolato emerge dalla foschia milanese e tende lentamente a crescere.
L’Updraft sembrava addossato all’arco alpino, ero dubbioso se provare ad avvicinarmi. Dopo qualche minuto, vedendo che esso cresceva di continuo e brillava di un bianco acceso, decisi di giocarmi quest’ultima carta lanciandomi all’inseguimento.
Contrariamente a quanto mi aspettassi, il temporale letteralmente esplodeva col passare dei minuti. L’Updraft si alzava sino a raggiungere quote molto alte e la luce del sole ormai basso (erano circa le 19.30) lo illuminava magnificamente.
Per raggiungere il temporale che stava nascendo, da Vercelli Est ho imboccato la statale sino a Novara, da li ho preso la A4 direzione Venezia per avvicinarmi quanto più possibile alla struttura che si allontanava verso est.
Effettuo diverse soste per fotografare gli splendidi Updraft sulla Flanking Line.
Una volta superata Milano mi porto finalmente sul bordo avanzante di una grossa shelf cloud. La shelf era in realtà il risultato della linearizzazione di una magnifica supercella che aveva da poco colpito le zone dell’hinterland nord milanese. La corsa verso est mi porterà a cacciare durante l’ora del tramonto un ultimo temporale fotografato in direzione ovest dal piccolo centro abitato di Dalmine (BG).
La seconda cella all’ora del tramonto risulterà complessivamente minore rispetto al primo temporale, tuttavia la presenza di uno Shear molto forte ed estremamente favorevole, imprimerà anche a questo secondo temporale una certa rotazione, prima di andare a sbattere contro le Alpi dissolvendosi.
E’ il crepuscolo, sono ormai le nove di sera, scatto un’ultima carrellata di fotografie prima di fare rientro a casa.
Il cacciatore Fulvio ha assistito alla formazione e successiva occlusione del Mesociclone da una posizione particolarmente panoramica e nel momento in cui il temporale era più fotogenico.
Ecco le sue fotografie!
E’ evidentissimo l’arco della Shelf Cloud Mesociclonica, il vento di RFD che si accompagnava alla presenza del Mesociclone andava rapidamente ad occludere la Supercella prima che si schiantasse sui rilievi.