Durante il primo pomeriggio arriviamo ad Independence per attendere che la convezione si inneschi nelle ore successive. Arrivati nella cittadina restiamo stupiti dalle condizioni atmosferiche estremamente afose presenti in quel momento su quell’area. Il termometro era di poco sopra i trenta gradi ma la quantità di umidità era insopportabile, si sudava a star fermi!
Parecchi cumuli affollano il cielo già dal primissimo pomeriggio ed i primi temporali non tarderanno ad arrivare. Aria relativamente più fresca e secca avanza lentamente da nord-ovest verso sud-est andando ad impattare contro l’aria caldissima e molto afosa presente in quel momento sul bordo orientale dell’Oklahoma al confine col Missouri.
Giusto il tempo di mangiare qualcosa ad un Mc.Donalds e la convezione si innesca prepotentemente lungo la linea di cumuli poco a nord della nostra posizione. Decidiamo così di muoverci verso nord e poi verso est per intercettare il temporale in coda ad una linea che prendeva rapidamente consistenza. L’aria molto umida consentiva ai temporali di crescere in tempi estremamente brevi. Nel giro di pochi scatti dal radar tutti i temporali sono già a fondoscala senza inizialmente presentare una grossa organizzazione.
Dopo esserci portati davanti al fronte di avanzata principale osserviamo il giovane cumulonembo crescere con una maestosa shelf cloud verso di noi. Il colore del cielo dietro la shelf era verdastro, impressionante era l’attività elettrica. Una incredibile quantità di fulmini positivi scoccavano all’esterno del temporale vero e proprio, cadendo dall’incudine dello stesso a molta distanza dalla zona dell’updraft.
Mentre osserviamo il temporale avvicinarsi verso di noi su di una strada sterrata, inizia ad innescarsi una certa rotazione della struttura. La shelf sul bordo avanzante del cumulonembo si avvicina rapida verso di noi, decidiamo quindi di muoverci verso est per restare sempre davanti al temporale.
Varcheremo ben presto il confine dell’Oklahoma e ci porteremo sul Missouri. Il temporale inizialmente era abbastanza isolato dagli altri, dalla seconda metà del pomeriggio però, i suoi venti di outflow innescheranno rapidamente altre celle temporalesche più ad est e più a sud direttamente alimentate da aria caldissima e afosa.
Mentre andiamo verso sud, inizialmente senza avere un’idea precisa di che temporale seguire, una wall-cloud di un giovanissimo temporale verso ovest prende consistenza. Ci fermiamo a scattare alcune fotografie. La wall si avvicina a noi in pochi istanti e dalla base della stessa un grosso funnel si protende verso il suolo proprio mentre ci sta sorpassando sovrastandoci!
Un momento di sgomento generale da parte di tutti noi, il vento misurato dalla Davis nel tetto dell’auto arriva a toccare la raffica massima di 145km/h provenendo da direzioni diverse. Prima caldo da sud, in seguito da ovest e da nord, fortissimo e fresco! Decidiamo di scappare continuando a percorrere la strada verso sud per portarci distanti dalla circolazione di venti al di sotto della wall-cloud!
Posizionati in un punto più tranquillo poco più avanti, la wall-cloud in pochi minuti è diventata enorme e la quota di condensazione è estremamente bassa! Si muove velocemente verso est ingrandendosi sempre più. Numerosi temporali con associati forti precipitazioni si formano verso sud investendoci. Dal radar osserviamo il temporale con la wall-cloud che ci aveva sorpassati poco prima che mostra segni di una forte rotazione. L’effetto di risucchio della wall-cloud è così potente da trascinarsi dietro anche tutti gli altri piccoli temporali attorno ad essa!
Decidiamo di puntare dritti verso questo temporale arrivando sino a tre miglia di distanza dalla città di Joplin. La pioggia cade forte ed intensa, alcune macchine della polizia e lo sheriffo impediscono di percorrere la strada per raggiungere la città. Di fronte a noi ripetuti fulmini nube terra cadono tutti assieme in un punto preciso del terreno segnalando in quel punto la presenza di un fortissimo tornado EF5 al suolo!
Cerchiamo di raggiungere il temporale passando per strade diverse con scarsi risultati. Dopo poche decine di minuti apprendiamo che un fortissimo tornado si è abbattuto nella città di Joplin radendola quasi completamente al suolo! Decidiamo quindi di avvicinarci alla città una volta che il pericoloso tornado si è dissolto ed il tempo migliorato.
Nel tentativo di avvicinarci alla città diverse strade sono interdette o bloccate, sino a quando sotto indicazione di alcune persone li in zona veniamo indirizzati verso un percorso che in modo un pò tortuoso ci porta proprio nella zona più colpita dal vortice. Lo scenario davanti agli occhi è di pura desolazione e distruzione. E’ stato qualcosa di impressionante e terrificante che non auguro a nessuno di vedere nella sua vita!
Tutte le abitazioni sono completamente rase al suolo, gli alberi sono ridotti a dei moncherini, defogliati e distrutti completamente, solo i tronchi principali hanno resistito al vento, trattenuti al suolo dalle radici ma completamente senza corteccia. Per il resto domina la desolazione più pura, il tornado è passato sopra la città da un’oretta e la gente è indaffarata a cercare i superstiti al di sotto delle macerie. Io personalmente come appassionato di temporali mi sono sentito “di troppo” in un contesto ed in una situazione di questo genere.
Ho effettuato solo pochi scatti perche non me la sono sentita di andare in giro a fotografare le tragedie altrui con il distacco di stare a guardare un disastro di queste proporzioni dietro il freddo mirino di un obbiettivo. Abbiamo setacciato qualche abitazione cercando di aiutare i superstiti a ritrovare i loro cari sotto le macerie ma ho avuto paura di non sapere cosa ci avrei trovato. Una volta raggiunta una piccola collinetta “spazzolata” dai venti del tornado, davanti a noi un palazzo sta andando in fiamme, una colonna di fumo si leva verso il cielo. Alcuni ragazzi in bicicletta ci segnalano che il palazzo in fiamme è in realtà l’ospedale di Joplin anch’esso gravemente danneggiato. Mentre ormai sta arrivando sera e il cielo comincia ad imbrunire ci avviciniamo all’edificio.
E’ ormai buio quando siamo arrivati di fronte all’ospedale, impietriti dall’agghiacciante cimitero di auto spappolate davanti a noi. Diverse decine di automobili sono state accatastate dal tornado contro il muro antecedente la struttura. Una grossa piazza di fronte all’edificio risulta completamente disseminata di brandelli di motore! L’odore della benzina è insopportabile. Le automobili sono state sollevate dal suolo, impilate e compresse come fossero giocattoli lego! L’edificio dell’ospedale presentava tutte le finestre e le porte spaccate e ribaltate per terra. L’intonaco era stato scrostato e l’edificio risultava puntellato con danni diffusi provocati dall’impatto dei detriti all’interno del vortice.
Shoccati riprendiamo così il percorso del ritorno alloggiando in un motel li vicino.



Come ulteriore testimonianza del rovinoso tornado che si è abbattuto in questa tranquilla cittadina del midwest ho deciso di pubblicare anche il racconto della Valentina Abinanti mia compagna di viaggio durante la mia esperienza a cacciare temporali e tornado negli Stati Uniti.
“Nel primo pomeriggio arriviamo in zona Indipendence, Kansas, dove già una gran quantità di cumuli sono presenti. Dopo poca attesa iniziano a svilupparsi i primi temporali, di cui uno proprio di fianco alla nostra posizione. lo intercettiamo poco a NE di Cherryvale, Ks, quando ancora non mostra segni di rotazione. C’è un’umidità altissima e il temporale genera un gran numero di fulmini nube-terra. Dopo poco al radar ci sono i primi segni di rotazione. Dalla nostra posizione riusciamo a scorgere la shelf cloud sul bordo avanzante, quindi è necessario riposizionarsi per portarci sotto al mesociclone per individuare un eventuale tornado. Arrivati in zona wall cloud, la supercella non sembra particolarmente organizzata, nè ha una forte rotazione. Nei minuti successivi, diverse celle nascono sul bordo meridionale della supercella stessa, accendendo rovesci tutt’intorno all’area di rotazione della supercella principale. Inaspettatamente, quando sembrava indebolirsi, mi pare di scorgere una nuova area di rotazione di fianco alla strada e in pochi minuti assistiamo alla formazione di una wall cloud, praticamente di fianco a noi. Ci fermiamo appena più avanti.
Nel momento in cui scendiamo dall’auto abbiamo l’area di rotazione con la wall cloud alla nostra destra. Velocemente la nube a muro transita sulla nostra testa attraversando la strada. In questo momento si genera un funnel molto pronunciato ed il vento aumenta improvvisamente: raffiche fortissime prima da sinistra, poi da destra, prima più calde, poi più fredde. Il vento prima ci spinge verso la strada e poi nuovamente indietro. In questo istante è difficile muoversi, anzi probabilmente avremmo perso l’equilbrio se l’avessimo fatto. Appena la wall con il funnel transitano nel campo di fianco, saliamo in auto e la nostra stazione meteorologica ha registrato una raffica max di 145 km/h. Al suolo quindi probabilmente vi era stata una prima circolazione tornadica. Ripartiamo per seguire la wall cloud. Lungo la strada siamo dentro alle precipitazioni delle nuove piccole celle dietro all’uncino. Il numero di fulmini davanti a noi aumenta drasticamente e al radar vediamo una rotazione molto forte ed un uncino estremamente pronunciato. E’ probabile che vi sia un tornado davanti a noi, a circa 3 km, nascosto dalla pioggia. Nei pressi di Galena, Missouri, la nostra strada è bloccata da una decina di auto incolonnate per paura della grandine. Quella era l’unica strada percorribile per seguire il temporale.
Forzatamente dobbiamo proseguire verso sud, anzichè verso est, allontanadoci dal temporale. Intanto leggiamo su facebook notizie da altri cacciatori che sono riusciti ad arrivare oltre, a Joplin. Roger Hill, cacciatore estremamente esperto che da anni gestisce un tour, dice di aver vissuto l’esperienza più spaventosa della sua vita. Improvvisamente di fianco all’unica strada percorribile, totalmente in mezzo alla pioggia, sono iniziati diversi power flash, cioè saltavano tutti i tralicci della corrente elettrica. Aveva un enorme tornado di fianco e non c’erano strade per scappare. Un altro cacciatore scrive di camion rovesciati lungo la strada. Altri parlano di Joplin distrutta. Decidiamo di raggiungere subito la città, per prestare eventuale soccorso.
Appena arrivati, la strada principale è bloccata, allora chiediamo ad uno sceriffo dove si trovi la zona più colpita. La raggiungiamo così tramite vie secondarie. Una volta arrivati lo scenario è desolante. Non appena scesi dall’auto 2 ragazzi si avvicinano dicendoci di aver trovato una donna sotto le macerie e di chiamare il 911. Chiamiamo ma le linee sono intasate. Niko prosegue casa per casa cercando eventuali feriti. Io sinceramente non me la sento di entrare perchè non so cosa potrei trovare. Vedo 2 donne che piangono e scavano tra le macerie; ad un certo punto qualcosa sotto si muove ed estraggono il loro cane, sotto shock, ma sano e salvo. Si abbracciano e lo stringono in una coperta. Altri 3-4 cani, camminano nei vialetti delle case, smarriti e totalmente spaesati…cercano i loro padroni e non li trovano, non riconoscono più dove sono, perchè la casa non c’è più. Altre persone ci chiedono se stanno arrivando altri temporali, se avevamo visto il tornado. In tutto questo sinceramente trovavo di cattivo gusto e fuori luogo fare foto e/o inquadrare le persone nei video, ma guardandomi intorno c’erano diverse persone che lo facevano. Ricordo le parole del nostro amico cacciatore Allan Detrich, che aveva documentato il passaggio di un tornado in una cittadina in Illinois. Gli avevamo chiesto se non venisse vista come una mancanza di rispetto fare foto e video subito dopo un tornado, ma anzi ci diceva che è normale, non è un problema, è routine per loro, anche dopo questi disastri…è una cultura veramente molto lontana dalla nostra. Faccio qualche video e foto per documentare, ma preferisco comunque non inquadrare chi ha perso tutto. Arrivano 2 ragazzi in bici che ci dicono che quella laggiù era la loro scuola, ed è totalmente distrutta. In fondo all’orizzonte si vede un incendio ed una lunga colonna di fumo. Ci dicono che è l’ospedale. Andiamo in quella zona quando ormai è notte. Mentre camminiamo nelle case si vedono le torce di chi cerca amici e familiari. Tra le luci delle ambulanze, dei lampeggianti e degli elicotteri scorgiamo decine di auto accartocciate e impilate come giocattoli nel parcheggio dell’ospedale. Ormai è tardi e dobbiamo allontanarci.
Non era una giornata in cui ci si aspettava un EF4-EF5. Le sirene sono suonate 20 minuti prima, ma questo non è stato sufficiente ad evitare i più di 100 morti che vi sono stati. Personalmente, questo è un giorno che mi ricorderò a lungo. Camminare nella distruzione più totale e vedere senza mezzi termini, senza filtri, non appena accaduto, ciò che può fare un tornado violento, è davvero disarmante. Ti senti assolutamente insignificante.
Un pensiero va a tutti quelli che non ci sono più e che hanno perso parenti e loro cari.”
Ritorneremo a visitare Joplin la scorsa primavera dopo circa un anno di distanza dal disastro. Sebbene siano ancora ben evidenti le aree della città dove è transitato il tornado, dominate ancora ora da un grande vuoto, la città ha saputo riprendersi velocemente. Molte case erano già state ricostruite, molte altre erano in costruzione nel momento in cui siamo passati. Una volta giunti in prossimità dell’ospedale siamo rimasti stupiti dalla presenza dell’edificio, ancora in attesa di essere demolito. Poco lontano è stata costruita una fontana con una grossa targa. Nella targa sono stati scritti i nomi di tutte le persone decedute a causa di questo tornado.
Con 162 morti, il tornado di Joplin si annovera tra i più distruttivi e mortali eventi vorticosi che abbiamo mai sconvolto il suolo degli Stati Uniti. Per risalire ad un evento tornadico altrettanto distrastroso bisogna infatti andare a ritroso nel tempo sino agli anni 50.
Links utili: http://www.tornadoseeker.com/ di Valentina Abinanti